Ieri Day Team con importante multinazionale di stampa on demand di zona a cui ogni agenzia di grafica, allestitore, pubblicitario, architetto o comunicatore si sono affidati almeno una volta nella vita 😉. Non sono voluti apparire ma è comprensibile.
Il nostro format ‘effetto oste’ li ha affiancati per tutto il giorno, dalla torta zen del mattino presto fino al pranzo, poi la cena e gli spirits con sigari, cioccolato e rum del dopo cena. Un’intera giornata di full immersion per il piccolo team di dirigenti intenti a discutere in pace di strategie future lontani dalle distrazioni dell’ufficio. Il risotto di barbabietola rossa mantecato al Morlacco del Grappa è stato eletto ‘Piatto Villa Bornello’ per le ovvie affinità cromatiche. Del filetto alla Wellington abbiamo foto del prima e del dopo. Il gigantesco Aglione della Val di Chiana, aggiunto nei ‘bigoli in salsa’ al posto della cipolla, è stata una gradita sorpresa. Il Barbera etichetta ‘per sbaglio’ che accompagnava parte delle libagioni è di un produttore piemontese di nicchia. Grazie ai cuochi ed al loro team per aver condotto la giornata illustrando storia e particolarità dei piatti, degli ingredienti, dei vini. Anche questo fa parte del particolare tipo di eventi aziendali che amiamo ospitare qui in villa e che, fronte caminetto, rendono la giornata coinvolgente, intima e produttiva.
Programma: all’arrivo un welcome iniziale con torta zen (che non guasta mai e poi si sposa con il laghetto giapponese 🙂 ), a seguire proiezione di progetti/risultati/strategie per il futuro. Ci si divide poi in squadre e ci si diverte a cucinare e poi a presentare i propri piatti. Appaiono lavagnette, gessetti e prosecco che affiancano la ‘temibile’ giuria creata su due piedi e che sforna voti sia sul cibo in sé che sul modo di presentarlo e di raccontarlo fra battute e citazioni di film (si ricordano La grande abbuffata, Mangiare Bere uomo donna, Chocolat, Ratatouille e l’immancabile brodo di tartaruga de ‘ Il pranzo di Babette’)
Divertimento assicurato. A contorno un cuoco dedicato, la cena fronte caminetto, lo spirits corner e tanto altro.
Ci dicono da tempo che dovremmo strizzare l’occhio anche al turismo.
Eccoci.
Originale tour in due steps all’architettura del secondo ‘900 quello che parte dalla nostra villa e arriva alla Tomba Brion. Organizzato assieme ai signori di Meeters, sempre non banali nella loro offerta, prevede il ritrovo in villa per la visita e la colazione per poi ripartire rifocillati verso il capolavoro di Carlo Scarpa che lì ha deciso di essere sepolto.
Scopo iniziale del tour era di partire da Villa Bornello per visitare residenze, fabbriche e siti architettura trevigiani della seconda metà del 900 (in particolare del periodo 1960-1985) preferibilmente voluti da committenti privati, accumunati dall’aver creduto nell’architettura come linguaggio creatore di luoghi dalla forte identità, e dalla ricerca della propria qualità del vivere e di un luogo di rappresentanza per i propri affari. Luoghi ancora oggi moderni. *
Spesso questi committenti erano imprenditori (come nel caso della nostra villa e della tomba Brion) del famoso Modello Nord Est, e non è fuori luogo pensare che queste opere siano in un certo senso apparentate con le ville venete delle quali condividono il territorio. L’uso agricolo e latifondista della villa veneta non è naturalmente presente nelle dimore dei ricchi veneti degli anni ’60 o 70, giovani durante la guerra e investiti dal boom economico, ma di sicuro li accomuna l’essere state progettate anche per l’ostentare un censo. Le une e le altre come dimore di rappresentanza. Da qui il rivolgersi, 500 anni addietro come alcuni decenni fa, a noti architetti. Scarpa, Morassutti, Davanzo, Fontana, Rossi, Gorian, Facchini&Bandiera, Gemin, Pamio, solo per citarne alcuni dell’area trevigiana.
Tornando alla nostra giornata. La colazione , occasione ideale per caricarsi di energie e conoscere gli altri partecipanti. Seguirà visita della nostra villa progettata da Roberto Pamio negli stessi anni della Tomba Brion, con i suoi spazi particolari, il salone centrale a doppia altezza, la grande scala monumentale, la sezione di cono eccentrico nella parete est ed il singolare stagno “in casa”. Il tutto abbracciato da un ettaro e mezzo di parco.
Ci si sposta poi nel comune di Altivole e ci si immerge nella Tomba Brion, un sito monumentale di recente patrimonio FAI, con i suoi evidenti tratti legati al modernismo, al brutalismo, all’arte veneziana e alle filosofie orientali.
*Non è escluso che in futuro il tour duri l’intera giornata con visita ad altre architetture recenti.
Ricette, ingredienti, vini, cucinati assieme a te ed ai tuoi ospiti. Spezie e profumi come da una di quelle drogherie di una volta che tenevano la porta aperta davanti alla primavera. Sei con i tuoi ospiti in un ambiente solo tuo e riservato. Immerso nel verde e nel design.
Perché al ristorante? Fallo strano. Fallo in villa.
‘Effetto oste‘ è il nostro nuovo format per privati ed aziende in cerca di qualcosa di diverso dal classico ristorante, in cui i cuochi sfruttano gli ambienti della villa e cucinano per voi a vista conversando ed illustrando cibi, vini e abbinamenti. Come gli osti di una volta, rischiate di vederli afferrare una sedia ed accomodarsi vicino per spiegarvi perché quell’Amarone sposi così bene la tagliata o i segreti di un roner con la sua cottura lenta. Il tutto avendo la villa in esclusiva. Un ritorno alla convivialità ed alla lentezza di un tempo in cui si vuole stare bene in un ambiente esclusivo ed open space con una cucina che diventa la vostra cucina. Immersi nel verde e nella tranquillità, lontano dalla folla, circondati dal design o, per una volta, non costretti al tavolo di un ristornate o alla hall di un centro congressi. Il menù lo scegli prima. Su misura. Il mood anche. La villa ce l’hai in esclusiva. A due passi da Treviso.
Un gruppo di amici o di clienti cui regalare un pranzo per pochi? Pensi ad un semplice apericena, a qualcosa di veloce oppure ad una importante cena di pesce? Sei un professionista o un’azienda e vuoi stupire o coinvolgere i ‘tuoi’ in un ambiente diverso dal solito? Una cooking lesson o un cooking team buiding? Vuoi regalare una serata diversa dal solito ai tuoi clienti, ai tuoi potenziali clienti o ai tuoi dipendenti? Per finire cognac e sigaro fronte caminetto o fronte parco? Scrivici
Tenuta in inglese per un gruppo di agenti che provenivano da mezza Europa. Dopo un’intensa giornata di lavoro in azienda sono arrivati qui e, guidati da Alice ed il suo staff, si sono cimentati nel cucinare e nel cenare con quello che avevano allegramente preparato. 😜 I pupilli vanno di aperitivo, poi s’infilano i grembiuli brandizzati, si mettono al lavoro e si divertono per poi stare fronte caminetto con le loro ‘creature’. Finiscono con l’immancabile caffè ed un goccio di ‘Diplomatico’. C’è da divertirsi a questo tipo di eventi. Qui c’è tutto quel che serve per organizzare un modo diverso di motivare una squadra, sia essa di dipendenti, clienti o prospects. Anche a Natale.
Spesso i nostri clienti vogliono stare a bagno nel verde. Questo è possibile in ogni giorno dell’anno. Per chi voglia portare i propri ospiti anche all’esterno, pagode e tendostrutture sono l’ideale. Posizionate fra villa, stagno e parco, versatili ed ampie, ideali per diverse preparazioni che si susseguono nel corso dell’evento (dal welcome alla cerimonia, poi al pranzo ed eventualmente al ballo, per tacer dell’eventuale riunione nel corso degli eventi aziendali) è possibile godere del verde circostante comodamente seduti. Oltre alle strutture potete utilizzare i portici, visitare ed usare gli ambienti della villa e, se avete il pollice verde, i percorsi del parco sono a vostra disposizione.
La villa si presta bene a grigliate sia d’inverno che d’estate. Pochi giorni fa, per trenta persone, abbiamo allestito griglia e personale con welcome & spilucchi sul piano dello stagno, cena, ballo e chiacchiere fronte caminetto.
Riportiamo un articolo di Alessandra Boiardi tratto da Meeting e Congressi. Perché il lavoro, le relazioni, la produttività, passano sempre anche per l’emozione, sia essa di evento, di soggiorno, di convivialità.
Negli ultimi tempi si sente sempre più spesso parlare di bleisure, ossia della possibilità di combinare un viaggio di lavoro con qualche giorno di vacanza, per esempio allungando il soggiorno business nel weekend. (A noi di Villa Bornello piace anche intenderlo come una situazione di convivialità e motivazione aziendale lontano dalle mura lavorative ed immersi nel verde, anche nel dopo lavoro, anche al venerdì sera, come situazione defatigante e coinvolgenten.d.r. )
Non è una novità, ma la rinnovata attenzione all’equilibrio tra vita e lavoro che la pandemia ci ha lasciato in eredità, sembra averlo riportato in auge. E non è solo da questo punto di vista che questa tendenza torna a fare parlare di sé. Anche il binomio bleisure e MICE si fa strada, ma i partecipanti di un evento oggi sono davvero propensi a mixare l’aspetto lavorativo con quello personale?
Il bleisure è davvero una tendenza nel MICE? E come si stanno attrezzando le destinazioni?
Che il mondo corporate sia cambiato e con lui le priorità dei lavoratori non è più una novità. Le imprese sono sempre più impegnate a migliorare il clima aziendale e a puntare sul benessere come forma di incentivazione e di employee retention, ovvero per gratificare i dipendenti e trattenerli in azienda.
Dal punto di vista dell’organizzazione del lavoro, questo si riflette per esempio nella decisione di molte aziende che negli anni della pandemia hanno sperimentato smart working e lavoro da remoto per la prima volta, di continuare a proporre questa forma di lavoro per andare incontro alle esigenze di molte persone.
E si inizia a parlare anche di altre forme di lavoro “lontano dalla scrivania”, come per esempio il workation. Come si può comprendere, è un termine che unisce la parola work (lavoro) e vacation (vacanza), ma è giusto sottolineare che non è – come si potrebbe pensare – una soluzione che prevede, semplicemente, di poter lavorare “sdraiati sulla spiaggia”, ma presuppone, viceversa, tutta una serie di regolamentazioni.
E se questi nuovi approcci potrebbero rivoluzionare il mondo del lavoro da qui a poco tempo, quello che è certo è che sono già tra i desiderata di chi viaggia per lavoro.
Secondo l’indagine di Travel for business sul workation, in collaborazione con Alma Travel, che ha interrogato la sua community composta perlopiù da travel e mobility manager, il 70% dei rispondenti considera il workation come una opportunità per essere più sereni, anche se solo il 26% dichiara di averlo praticato in qualche forma. Il 62% è inoltre convinto che un periodo di workation migliorerebbe sia la vita che il lavoro.
Per quanto riguarda il bleisure, uno studio di Expedia mette in evidenza che già nel pre pandemia per il 48% era l’attrattività della destinazione in termini di vivacità a convincere i viaggiatori ad allungare il viaggio di lavoro, per il 43% il fatto di trovarsi in un luogo da non perdere dal punto di vista turistico, il 38% valutava la facilità di spostamento nella destinazione stessa e il 37% quanto fosse vicino il weekend.
Da ‘design addicted’ quali siamo, eccovi l’ultimo arrivo. Lui è ‘Ulisse’ disegnato da Ivan Loss per Sandrigarden ad inizio anni ‘80. È uno sgabello da passeggio, sbarazzino ed ideale per il pic nic ( quanto mai azzeccato qui nel parco) le gite o le conversazioni nel verde. Occhio al ‘depliant’ – a quei tempi di chiamava così – originale nell’immagine finale in cui ne vengono spiegati gli usi. Un pezzo iconico figlio di quell’epoca ed ora a disposizione dei nostri ospiti, anzi delle loro terga :-). E poi è pure rosso.
Ci piace lavorare al nostro particolare mood così diverso dalla sontuosità e dallo storytelling nobile delle ville venete. Noi siamo easy, sbarazzini, moderni.
Il design del banqueting. Creare quell’ordine che piace tanto all’ospite. Esporre e non solo impiattare. Disegnare un desco è progettare una relazione.
Oggi siamo hard. Nel senso di hard product. Ospitiamo Terex, società americana produttrice di gru per l’edilizia. Hanno riunito qui gli agenti dell’Est Europa. (un’intera giornata, dalla colazione all’aperitivo, con la possibilità di assistere a conferenze e proiezioni. Per tutti una buona dose di riunioni ma anche breaks, colazioni, aperitivi e convivialità. In una parola: networking e motivazione. Il grande parco ha visto manager ed agenti girovagare, cellulare all’orecchio, nei momenti di pausa. Chi ha piazzato il portatile sotto ad un acero, chi sul divano, altri nel grande tavolo da pranzo disegnato da Pamio, chi si è piazzato nel lounge al primo piano per dominare lo stagno e spaziare con la vista la campagna circostante. La settimana prossima ospitiamo gli agenti dell’Est Europa per un’altra giornata di business relax. Questo uno dei nostri mood preferiti.
L’uomo d’affari mescola lavoro e divertimento. Questo, in sintesi, il significato si Bleisure (business + leisure). E’ un nuovo trend che vede nella sua forma più estesa il viaggio di lavoro corroborato da alcuni giorni supplementari di svago. Domanda: e perché dovrei regalare ai dipendenti vacanze all’indomani delle trasferte che già mi costano? Vogliamo chiamarli benefits? Pare abbiano ricadute positive sulla produttività, sul feeling di appartenenza all’azienda, sulla psiche del dipendente lontano, anche grazie a questo, dal sentirsi un semplice numero. Fra gli effetti collaterali lo stimolare creatività ed idee, saldare i rapporti fra colleghi, ampliare vedute ed orizzonti al di fuori delle mura aziendali, aumentare la socialità.
Qui in villa ospiteremo fra poco vari gruppi di agenti europei che ‘allungano’ la propria presenza in zona per lavoro. Vengono da noi e si godono pomeriggi e serate di svago sponsorizzati dalle aziende per le quali sono rappresentanti. A suon di buon cibo, vino e buona musica si libera la mente e si fa squadra.
Creiamo i nostri edifici e poi loro creano noi. Allo stesso modo, noi costruiamo la nostra cerchia di amici e le nostre comunità e poi loro costruiscono noi.
Frank Lloyd Wright
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Treviso Città e Storie non la fa semplice. Da qualche anno racconta Treviso e provincia in modo nuovo. Non rimane in superficie. Non che si vogliano escludere i consueti ‘Marca Gioiosa et amorosa’ , il radicchio rosso, il prosecco o le case affrescate. Solo loro scavano (o, giocando su di una vocale, scovano) storie piccole e grandi di un tessuto imprenditoriale attuale che, per la ricchezza che crea, diventa anche sociale, culturale, gastronomico, emotivo.
Le eccellenze classiche del territorio le sappiamo tutti. Le loro storie invece sono spesso sconosciute ai più, partono dai dettagli e raccontano esempi di qualità che fa doppiamente piacere incrociare perché letteralmente dietro l’angolo. I redattori poi imperversano. Macinano chilometri , incontrano, indagano, intervistano, fanno domande, raccolgono materiali, fotografano, impostano, affinano, cesellano e partoriscono il pezzo. In una parola fanno i giornalisti alla vecchia maniera. Una sorta di Hunter Thompson di Marca.
Questo pezzo sulla villa rende il genius loci della casa raccontandola per i suoi scopi progettuali passati e futuri. Perché l’architettura è volume ma anche uso. E pure fantasia, come sa bene Mara Pavan, che fa attraversare ad Alice la lunetta del nostro portico-stagno per entrare in un’altra dimensione. Ed in effetti è un po’ così, e la dimensione è molto green. Qui da noi forse nessun Bianconiglio, Cappellaio matto o Stregatto. Però se volete una festa di ‘non compleanno’ siamo qui 🙂
E’ stata lunga ma ce l’abbiamo fatta. Natalia e Lorenzo avevano adocchiato la villa ad inizio 2020 ed hanno scelto, fedeli alla linea, di posticipare di ben due volte il matrimonio pur di farla qui senza mascherine, restrizioni o aggeggi di sorta. Hanno scelto il rito simbolico nel parco, affiancandolo al pranzo, all’animazione per i bimbi, al mago, alla musica, al gelataio vintage con carretto.
Scandendo i diversi momenti della giornata con una sceneggiatura che qui da noi è possibile perché la villa diventa un foglio bianco sul quale i clienti possono disegnare assieme a noi il proprio evento all’ombra di un’architettura moderna. Un officiante impeccabile ha condotto gli sposi ed i presenti lungo le tappe di un rito simbolico che ha toccato momenti solenni e strappato qualche lacrima poi volatilizzata dall’ironia e dalla musica che ha avvolto il rito della sabbia. Gli sposi si sono letti le promesse a vicenda di fronte ai figli ed agli amici per poi dividere con loro gli altri ingredienti della giornata.
Solo delle donne potevano aggiungere l’aggettivo ‘amorevole’ nel payoff della loro creatura per descrivere lo sguardo che questa rivista rivolge e Treviso e provincia. Un free press di spessore che ha scelto la nostra villa per offrire un cadeau ai propri affezionati lettori e al team. Grazie a Treviso Città & Storie e a tutti i presenti per una serata di quelle che ci piacciono tanto. Relax, chiacchiere, poca formalità e (TCS) community style. Fra prodotti di qualità, imprenditori, professionisti e tanta voglia di relazioni circondati dal verde, la villa ha abbracciato con il suo lungo portico i presenti giocando una volta di più con quel genius loci, un tempo dimora ma anche luogo di rappresentanza, che l’accompagna oramai da parecchi anni. (Photo credits: Francesco Esci et altri).