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DA VILLA BORNELLO ALLA TOMBA BRION. UN TOUR ALL’ ARCHITETTURA DEL SECONDO ‘900

  • Dicembre 13, 2022

Ci dicono da tempo che dovremmo strizzare l’occhio anche al turismo.

Eccoci.

Originale tour in due steps all’architettura del secondo ‘900 quello che parte dalla nostra villa e arriva alla Tomba Brion. Organizzato assieme ai signori di Meeters, sempre non banali nella loro offerta, prevede il ritrovo in villa per la visita e la colazione per poi ripartire rifocillati verso il capolavoro di Carlo Scarpa che lì ha deciso di essere sepolto.

Scopo iniziale del tour era di partire da Villa Bornello per visitare residenze, fabbriche e siti architettura trevigiani della seconda metà del 900 (in particolare del periodo 1960-1985) preferibilmente voluti da committenti privati, accumunati dall’aver creduto nell’architettura come linguaggio creatore di luoghi dalla forte identità, e dalla ricerca della propria qualità del vivere e di un luogo di rappresentanza per i propri affari. Luoghi ancora oggi moderni. *

Spesso questi committenti erano imprenditori (come nel caso della nostra villa e della tomba Brion) del famoso Modello Nord Est, e non è fuori luogo pensare che queste opere siano in un certo senso apparentate con le ville venete delle quali condividono il territorio. L’uso agricolo e latifondista della villa veneta non è naturalmente presente nelle dimore dei ricchi veneti degli anni ’60 o 70, giovani durante la guerra e investiti dal boom economico, ma di sicuro li accomuna l’essere state progettate anche per l’ostentare un censo. Le une e le altre come dimore di rappresentanza. Da qui il rivolgersi, 500 anni addietro come alcuni decenni fa, a noti architetti. Scarpa, Morassutti, Davanzo, Fontana, Rossi, Gorian, Facchini&Bandiera, Gemin, Pamio, solo per citarne alcuni dell’area trevigiana.

Tornando alla nostra giornata. La colazione , occasione ideale per caricarsi di energie e conoscere gli altri partecipanti. Seguirà visita della nostra villa progettata da Roberto Pamio negli stessi anni della Tomba Brion, con i suoi spazi particolari, il salone centrale a doppia altezza, la grande scala monumentale, la sezione di cono eccentrico nella parete est ed il singolare stagno “in casa”. Il tutto abbracciato da un ettaro e mezzo di parco. 

Ci si sposta poi nel comune di Altivole e ci si immerge nella Tomba Brion, un sito monumentale di recente patrimonio FAI, con i suoi evidenti tratti legati al modernismo, al brutalismo, all’arte veneziana e alle filosofie orientali.

*Non è escluso che in futuro il tour duri l’intera giornata con visita ad altre architetture recenti.

CIAO ROBERTO

  • Novembre 26, 2021
CIAO ROBERTO

Per gli artisti non c’è dettaglio che sia piccolo. Quando lo incontravo mi colpiva la bonaria vanità dell’architetto. Forse perché veneziano, forse perché architetto. Di certo perché sapeva di aver  declinato materiali antichi come il vetro o il legno in oggetti moderni da less is more. Aiutava il fatto che fra arte, architettura e design ne ha passate di ogni.

Quando veniva in questa nostra villa, da lui progettata assieme a Renato Toso, non parlava dei volumi, delle doppie altezze, dei prospetti, dei grandi infissi o della luce. Indicava invece ad amici e colleghi che lo accompagnavano  le piccole cose, i dettagli a suo tempo forse sfuggiti al controllo del committente e sui quali aveva seguito le linee morbide usate un po’ dappertutto. Finiture per le quali a volte serve guardare sotto un tavolo, piegarsi oltre una parete, passare una mano per sentirne al tatto. La levigatezza e le modanature di legni e marmi, la sinuosa base della panca del pranzo, pensata per alloggiare i piedi, che dialoga con il concavo degli scalini della grande scala a chiocciola centrale. Fra loro le formelle in cotto del camino, di cui riproponiamo i suoi disegni originali, la scala marinara, il cono eccentrico, il lungo muro alla veneta. E molto altro.

Quando lavoravo in una fabbrica di componenti per lampade conobbi l’architetto Pamio” mi disse una volta un tecnico, ora in pensione. Ed aggiunse : “si trattava di piegare in tre punti diversi uno stelo in metallo per una sua lampada. Io con lui non obiettati ma quando fui da solo con il titolare gli confessai che una o due piegature rimanevano nei costi, la terza li avrebbe fatti lievitare. Dissi che era ‘na roba da architetti’, che ne bastavano due e che al prossimo incontro con Pamio lo dissuadesse con tatto dal volere  la terza, pena il mettere sul mercato una lampada dal costo eccessivo con ricadute sulle vendite.” Quando poco tempo dopo l’architetto ritornò il titolare  la prese da lontano raffigurando una lampada comunque bella ma dal costo più allettante e dalle vendite più alte. Con pragmatismo tutto veneto il titolare disse che era più facile vendere una lampada da trentamila lire piuttosto che una da sessantamila. La risposta di Pamio fu, narra l’operaio, del seguente tenore: “la terza piegatura si fa perché io disegno per coloro che vogliono spendere sessantamila lire.

E quando un giorno, in villa, seduti sul suo ‘Scaccomatto’ disegnato per Arflex gli chiesi che tipo di committente fosse stato mio padre rispose con sagacia, riuscendo a unire frecciatina, orgoglio da architetto e stima: ” un rompiballe ma alla fine faceva come dicevo io perché gli piacevano le cose belle“.

Ciao Roberto.

VENETICA. CUCINA E DESIGN IN VILLA

  • Maggio 3, 2021
VENETICA. CUCINA E DESIGN IN VILLA
EVENTO AZIENDALE?