particolari

BTICINO MAGIC E VILLA BORNELLO

  • Luglio 25, 2023

Sono come la Pastiglie Valda, come la fiat 500, come la caffettiera Bialetti, come le figurine Panini. Ne hanno prodotte a centinaia di migliaia. Sono le placche della Biticino, le famose placche serie ‘Magic’ diffusissime negli anni 60 e 70, e prodotte anche posteriormente.

Una recente visita al Museo della Scienza di Milano , in particolare nell’area in cui si parlava dello sviluppo industriale e consumistico italiano del dopoguerra, con esempi quali Olivetti,Sip, Brionvega, Seleco, ci ha permesso di vederle in posa dentro alle loro bacheche.

Nulla di raro, quindi, però è bello pensare che un oggetto pulito e lineare che ha fatto parte del costume italiano, del design e del Made in Italy, faccia capolino anche in villa. Sotto, alcuni esemplari.

Dei tizi da museo, insomma, come le nostre piastrelle.


UN SALTO AL MUSEO. E POI IN CUCINA.

  • Marzo 7, 2023
UN SALTO AL MUSEO. E POI IN CUCINA.

Gli ospiti dicono assomiglino ad azulejos portoghesi. A qualcuno ricordano la Provenza o la Sicilia. Ma la verità un’altra. Un giro al Museo di Santa Caterina (Treviso) ci ha fatto nascere una curiosità e nel cercare i padri di questi rivestimenti siamo finiti al Museo delle Ceramiche di Faenza dove abbiamo trovato le nostre stesse piastrelle. Ma andiamo per ordine.


Giretto al Museo di Santa Caterina di Treviso dove, fra cultura e tradizioni popolari, troviamo uno stand dedicato a Treviso Urbs Picta, dall’omonimo lavoro di approfondimento circa le decorazioni trevigiane nell’arco di tempo che va dal XIII al XXI secolo. Nel testo che accompagna si legge : ” Il medesimo gusto manifesto negli esterni degli edifici trevigiani, si esprimeva anche negli interni con la stesura di colori e decori su ogni superficie muraria o lignea disponibile, dal pavimento al soffitto”.

Al museo ed in cucina

Pur non avendo noi superfici affrescate, ci divertiva vedere le similitudini grafiche fra le antiche decorazioni murarie trevigiane e le piastrelle dipinte a mano della nostra cucina (Produz. Gabbianelli).

Poi un dubbio: essendo che Gabbianelli (qui la sua storia) è marchio storico e particolare, siamo andati a fondo della cosa scoprendo che le nostre piastrelle sono presenti al Museo della Ceramica di Faenza ed esattamente qui. Gabbianelli collaborò con Giò Ponti, Enzo Mari, Italo Lupi e, udite udite, anche con i giovani designers e progettisti della villa Roberto Pamio e Renato Toso.

Cominciamo con il museo di Treviso. Qui le immagini delle decorazioni.

La cucina della Villa. Dettagli.

La grande cucina, affiancata da un utilissimo sbratta cucina dove troviamo piani di lavoro ed elettrodomestici, è tempestata di piastrelle messe alla rinfusa. Laddove una sola piastrella ripetuta più volte avrebbe donato un ordine dato da compostezza e ripetitività, qui una qualche lucida follia – che fa capolino anche altrove nella villa – diede l’ordine di metterle a caso creando un gioco spiazzante e cromie ancora attuali.

Cataloghi Gabbianelli. Circa primi anni ’70

Grazie al Museo della Ceramica di Faenza, alla gentile direttrice Claudia Casali ed alla bibliotecaria Marcela Kubovova siamo risaliti alla serie ‘ Decorati a mano‘ di Gabbianelli che riveste la nostra cucina. La serie rimase in produzione per un decennio circa. Nello ‘sbratta cucina’ abbiamo invece la serie ‘Cabochon‘ disegnata da Renato Toso nel 1973 (Studio Pamio-Toso) anch’essa decorata a mano e nella quale angoli opposti di ugual colore su piastrelle quadrate portavano a combinazioni (quasi) infinite. Nelle immagini che seguono i cataloghi originali Gabbianelli. (cliccare sulle immagini per ingrandire)

Che dire? Una bella avventura ‘rivestita’ (è il caso di dire) di piacevoli sorprese. Corsi e ricorsi storici.

Ti piace il design? Qui qualche pezzo sull’argomento. Se invece vuoi ospitare il tuo evento – piccolo o grande che sia – qui da noi, contattaci pure.

CINQUANTA SFUMATURE DI ROSSO

  • Aprile 21, 2022

Una compagnia di amiche. Una richiesta dell’ultimo momento. Una pizza al volo.

Una pizza tutte assieme, sotto le volte della villa, preceduta dall’aperitivo sul piano stagno e con la tranquillità di essere da sole.

Cose che succedono (e qui succedono spesso 🙂 ) con l’organizzazione di eventi e cene aziendali, compleanni e simili.

Come nella maggior parte delle occasioni non riusciamo a stare senza le mille sfumature di rosso. Stai pensando di organizzare qualcosa di simile? Info qui

VERNER E’ FRA NOI

  • Marzo 28, 2022
VERNER E’ FRA NOI

Accomodatevi. Le iconiche Panton chairs (rigorosamente rosse) popolano la villa e si preparano ad ricevere i vostri lati B 🙂 . Prodotte da Vitra alla fine degli anni ‘60 ed inserite in vari musei del design, furono il primo progetto di sedia stampata ad iniezione. È bello che siano qui, per i vostri eventi informali e perché sbarazzine come piace a noi. Ti viene in mente un’idea per un evento qui? Serve un suggerimento? Scrivici.

CIAO ROBERTO

  • Novembre 26, 2021
CIAO ROBERTO

Per gli artisti non c’è dettaglio che sia piccolo. Quando lo incontravo mi colpiva la bonaria vanità dell’architetto. Forse perché veneziano, forse perché architetto. Di certo perché sapeva di aver  declinato materiali antichi come il vetro o il legno in oggetti moderni da less is more. Aiutava il fatto che fra arte, architettura e design ne ha passate di ogni.

Quando veniva in questa nostra villa, da lui progettata assieme a Renato Toso, non parlava dei volumi, delle doppie altezze, dei prospetti, dei grandi infissi o della luce. Indicava invece ad amici e colleghi che lo accompagnavano  le piccole cose, i dettagli a suo tempo forse sfuggiti al controllo del committente e sui quali aveva seguito le linee morbide usate un po’ dappertutto. Finiture per le quali a volte serve guardare sotto un tavolo, piegarsi oltre una parete, passare una mano per sentirne al tatto. La levigatezza e le modanature di legni e marmi, la sinuosa base della panca del pranzo, pensata per alloggiare i piedi, che dialoga con il concavo degli scalini della grande scala a chiocciola centrale. Fra loro le formelle in cotto del camino, di cui riproponiamo i suoi disegni originali, la scala marinara, il cono eccentrico, il lungo muro alla veneta. E molto altro.

Quando lavoravo in una fabbrica di componenti per lampade conobbi l’architetto Pamio” mi disse una volta un tecnico, ora in pensione. Ed aggiunse : “si trattava di piegare in tre punti diversi uno stelo in metallo per una sua lampada. Io con lui non obiettati ma quando fui da solo con il titolare gli confessai che una o due piegature rimanevano nei costi, la terza li avrebbe fatti lievitare. Dissi che era ‘na roba da architetti’, che ne bastavano due e che al prossimo incontro con Pamio lo dissuadesse con tatto dal volere  la terza, pena il mettere sul mercato una lampada dal costo eccessivo con ricadute sulle vendite.” Quando poco tempo dopo l’architetto ritornò il titolare  la prese da lontano raffigurando una lampada comunque bella ma dal costo più allettante e dalle vendite più alte. Con pragmatismo tutto veneto il titolare disse che era più facile vendere una lampada da trentamila lire piuttosto che una da sessantamila. La risposta di Pamio fu, narra l’operaio, del seguente tenore: “la terza piegatura si fa perché io disegno per coloro che vogliono spendere sessantamila lire.

E quando un giorno, in villa, seduti sul suo ‘Scaccomatto’ disegnato per Arflex gli chiesi che tipo di committente fosse stato mio padre rispose con sagacia, riuscendo a unire frecciatina, orgoglio da architetto e stima: ” un rompiballe ma alla fine faceva come dicevo io perché gli piacevano le cose belle“.

Ciao Roberto.

LA CASA PAESAGGIO

  • Maggio 24, 2021

@robertopamio , architetto e progettista della villa, l’ha definita una casa paesaggio. Abbiamo interpretato il paesaggio dal di dentro. La finestra archetipo di Pamio schiude tele di verde. A nord, est, sud, ovest, dovunque le finestre incorniciano la natura che ci circonda. E che in alcuni casi si puó toccare con mano. Dal piano campagna alla mansarda. A volte un piccolo oggetto racconta la stanza cui quel foro dà luce ed aria.

OMBRE ALL’ALBA

  • Aprile 27, 2021
OMBRE ALL’ALBA

ACQUA E FUOCO SECONDO PAMIO

  • Ottobre 11, 2020

Rovistando nel web si scoprono cose interessanti.

Edizioni Di Baio. A firma Claudia Molteni, circa fine anni 80.

Il pezzo riguarda una riflessione sull’uso dell’acqua vicino alla casa. Fra gli architetti è citato Roberto Pamio. Indovinate quale fra le sue architetture è portata ad esempio.

Di Pamio l’autrice ricorda la volontà di inserire sempre nelle proprie opere uno specchio d’acqua ed un camino. Acqua e fuoco, elementi primari per l’uomo.

Nel caso di Villa Bornello sono in asse fra loro e sembrano guardarsi l’uno l’altro. Il caminetto come comunione della famiglia attorno al fuoco d’inverno, il secondo come comunione attorno all’acqua l’estate.

Del caminetto conserviamo i disegni quotati delle formelle di rivestimento. Ne abbiamo parlato qui. Che ne dici, Roberto, riconosci la mano? 🙂

Photo credits: ringraziamo l’associazione  I Love strada Ovest cui abbiamo ‘ rubato ‘ l’immagine di copertina. (e che dopo tutto sono quasi nostri vicini) 🙂

http://www.dibaio.com/360-gradi_22/

IL MONDO SI E’ FERMATO. E NON POSSO SCENDERE

  • Marzo 26, 2020
IL MONDO SI E’ FERMATO. E NON POSSO SCENDERE

Fino a ieri nel frenetico Nord Est qualcuno invocava il ‘fermate il mondo voglio scendere’. Ora tutto si è arrestato davvero. Solo non siamo scesi. Tocca rimanere in casa.

Per chi come noi fa dell’evento un momento d’incontro e di scambio è davvero dura.

Naturalmente la villa ha cancellato o procrastinato tutti gli eventi.

Le code al supermercato, la polizia sulle strade, le mascherine. E’ una situazione sospesa nella quale il tempo è dilatato, fin troppo, e ti permette di soffermarti sui dettagli.

Dettagli fatti di spazio e la luce. Che in villa non mancano. Poche panoramiche e nessuna immagine di eventi. Men che meno aziendali. Nella quiete di questi giorni solo dettagli di legno, vetro, acqua, marmo, pietra, giochi di luce e bizzarie. Che vogliamo condividere con voi.

Andrà tutto bene.

NASKA LORIS, UN’ICONA DEL DESIGN

  • Dicembre 12, 2019
NASKA LORIS, UN’ICONA DEL DESIGN

Jac Jacobsen (1901-1966) è il papà della Luxo, poi divenuta Naska Loris, la famosa lampada del 1937 diventata un’icona del design tanto da essere anche mascotte della celebre casa di produzione Pixar fin dal 1986.

La villa ne ospita alcune. Vennero a suo tempo pensate, e sono usate ancora oggi, sia per i comodini che come luci principali a soffitto al posto di lampadari e simili.  Nella foto si possono vedere le sbarazzine e colorate Naska Loris originali dell’epoca ancora fedelmente al loro posto.  Tutto rifletteva e riflette ancor oggi la volontà originale dell’architetto.

Ma in cosa consiste il loro essere ‘ sbarazzine’ ed allo stesso tempo un archetipo?  Ci viene in aiuto Barbara Canoci che scrive: ” eccovi svelata la legge matematica alla base di tutte le lampade con braccia bilanciate a molle.

Si tratta dell’applicazione del cosiddetto “quadrilatero articolato”, in cui la somma delle lunghezze dell’asta più corta e di quella più lunga è minore o uguale alla somma delle lunghezze delle altre due aste.

In realtà il braccio di questo genere di lampade è formato da due parallelogrammi articolati accoppiati, cioè da due quadrilateri articolati in cui le aste opposte hanno uguale lunghezza, e di conseguenza restano sempre parallele tra loro. Ecco perché la lampada in questione si può spostare in alto-basso e avanti-indietro senza modificare il riflettore che si muove sempre parallelamente a se stesso. https://www.home.vintag.store/post/le-forme-di-jac-jacobsen-leggi-matematiche-e-luce

Semplice, no?

EVENTO AZIENDALE?